Linda Tovazzi | Psicologa
Non capisco più se quello che tengo è il tuo o il mio braccio e se le emozioni che sento sono mie tempeste o nuvole scappate dalla tua testa
È come se dovessi oltrepassare tutto ciò che credo di sapere, per costruire da capo le cose, partendo dal sentire
Quando incontro la mia tristezza, mi accorgo di avere un petto – con dentro qualcosa che batte in modo molto simile a un orologio da taschino
Nei racconti dell’orrore compaiono spesso volti deformati negli specchi, riflessi familiari che cambiano espressioni senza il nostro permesso
Abbiamo paura di essere banali, di stare nudi davanti al nostro dolore, che diventa sempre più mostruoso man mano che lo travestiamo