
Dottor Jekyll e il lutto delle aspettative
Mostri e Psicologia
Dietro allo scricchiolio lento di una porta, nell’immobilità di una casa abbandonata che continua a respirare, ci sono corridoi neri e rigonfiamenti nel muro che conoscono segreti, dettagli scomposti di una normalità incrinata e vento che soffia tra gli stipiti delle finestre. Tutto racconta di un richiamo, di solitudini e grovigli che hanno bisogno di essere accarezzati. Il buio, quando lo attraversi per tanto tempo, diventa affascinante quasi come il dolore: prima inizi trascinandotelo dietro e poi lo indossi come una pelle che sa di nostalgia. I mostri questa nostalgia la conoscono bene. È la nostalgia di essere compresi, visti, amati, ascoltati, che vive in tutte quelle parti di noi che ci terrorizzano. Credo che i mostri abbiano qualcosa di importante da insegnarci (non solo rispetto alle nostre parti lontane) ed è per questo che i prossimi post di Ferite Creative saranno dedicati a loro.

Dottor Jekyll e il lutto delle aspettative
“Quello che sto vivendo è un grande lutto delle mie aspettative. È come se dovessi oltrepassare tutto ciò che credo di sapere, per costruire da capo le cose, partendo dal sentire.
Non è facile per me, che ho sempre vissuto nel mondo partorito dalla mia testa.
A volte camminare accanto ad Hyde è estenuante: preoccuparsi per i suoi errori, per le sue cattive abitudini mentali, per la rabbia che esplode e colora tutto di rosso.
Una parte di me lo giudica immensamente! È uno sciocco fastidioso, senza speranza!
È dura stare con lui nella sua sofferenza, accettare che ci siano lunghi giorni senza luce. Accettare che lui è e ha un dolore di cui non posso privarlo”
Il dottor Corvo abbassa gli occhiali sul suo becco: “Dottor Jekyll, non conosce il distacco?”
Non lo dice con cattiveria, solo con un’impassibile semplicità. Poi aggiunge:
“L’Altro è una vita e il suo progetto. Ma a volte ci sono persone che abitano in parti così profonde di noi che è difficile ricordarselo”

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