Il ruggito del mare sopra alla testa

Il dolore ha una strana consistenza. Il più delle volte ci stiamo vicino cercando qualsiasi cosa per tappare la fessura da cui continua a scorrere.

Starci vicino a quel dolore non è semplice. Non è facile fare quel passo in avanti che ti permette di abbandonare la testa, di arrestare la spasmodica ricerca di soluzioni per cantare forte sopra l’impotenza.

Se fai quel passo poi ci arrivi all’altro, scendi nelle sue viscere. Resti lí.

Magari all’inizio ti sembra difficile respirare o anche solo riuscire a pensare, ma alla fine scopri che stringere una mano o sostenere uno sguardo, muove molti più universi di quanto può fare la ricerca di bacchette magiche per rimuovere i pezzi che scottano.

Nella terapia alla fine questo si fa: si esplorano i fondali insieme e anche quando il silenzio e il buio sono profondissimi ci si tiene per mano ascoltando il ruggito del mare sopra la testa.

Perché se si resiste al ruggito poi si scoprono insieme anche spazi nuovi dove è permesso sentire e pensare di nuovo.

Rispondi