Tarocchi e psicologia: l’Eremita

Claudio Widmman, analista junghiano, nel suo libro “Gli arcani della vita. Una lettura psicologica dei tarocchi”, porta in luce non solo l’immensa e antica storia di questo mazzo, ma legge simbolicamente ogni carta come un diverso stadio evolutivo della nostra psiche. 

Ho sempre trovato gli strumenti divinatori (carte, Ching, rune ecc.) molto affascinanti – non tanto dal punto di vista della divinazione – ma perché penso siano strumenti intrisi di umanità, che raccontano le trasformazioni della nostra interiorità nel corso della storia – e mostrano anche, come alcune delle nostre parti e temi che viviamo, siano invece eterni.

Le immagini contenute nei tarocchi possono essere viste quindi come un racconto delle diverse parti che abitano dentro di noi – un po’ come i personaggi che incontriamo nei sogni. 

Sono simboli che danno voce a quei fuochi che sentiamo nella pancia e che ci portano punti di vista lontani dal nostro, raccontandoci quelle verità che a volte facciamo fatica ad ascoltare. 

Una delle carte dei Tarocchi che amo di più è quella dell’Eremita: il vecchio ricurvo sul bastone, che cammina avvolto dal suo mantello, con la lanterna sollevata in alto, a illuminare la notte. 

Credo mi abbia sempre colpito questo personaggio perché parla di quei momenti in cui siamo persi nel buio, non conosciamo la strada, ma ci incamminiamo comunque dentro.

Scorri il carosello e scopri alcuni dei significati psicologici dell’Eremita

Rispondi

Scopri di più da Ferite Creative

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading