Trauma e vita di coppia

Quando viviamo una relazione, non entriamo in contatto solo con l’altro, ma con una moltitudine di parti altre – perché siamo tutti d’accordo che nella nostra interiorità vivono un casino di persone, no?

Accettare le parti amorevoli non è poi così difficile: si rinsalda il sentimento che ci unisce al nostro partner. Entrare in contatto invece con le parti ferite è difficile. 

È ancora più difficile quando queste parti ferite hanno vissuto nella loro storia di vita un trauma.

Stare con un partner che ha subito un trauma non rende la vita di coppia sicuramente facile (anche se tutte le coppie hanno le proprie ombre da setacciare). Fondamentale però è essere consapevoli che questo esiste e che continua a vivere anche nel quotidiano.

Perché il trauma non resta confinato – e si ripete – solo nell’interiorità delle persone che lo hanno vissuto. Il trauma è qualcosa che si diffonde anche nella vita di coppia e, se non curato, può trasmettersi alle generazioni successive.

E quindi come si fa?

  • Prendersi cura di sé: intraprendere un percorso di terapia è fondamentale per avere sotto gli occhi quali vissuti si muovono dentro, quali sono i confini, le paure e i bisogni che chiedono la nostra attenzione, come stiamo dentro alla relazione 
  • Essere testimoni dell’altro con sincerità: si può essere porto sicuro che non pretende di risolvere i problemi dell’altro (che vanno affrontati in un percorso di terapia adeguato) ma che rimane con fiducia e speranza. “Con sincerità” significa che è possibile essere porto sicuro senza essere costantemente accudenti, chiarendo i propri bisogni, raccontando la rabbia e la fatica quando queste si presentano (rispetto all’essere “testimoni dell’altro” consiglio il libro “Imparare ad amare” di Polly Young Eisendrath)
  • Psicoeducazione: è fondamentale informarsi e studiare come il trauma continua ad agire sulla psiche e sul corpo delle persone amate anche a distanza di molto tempo. A proposito di questo consiglio i libri di Janina Fisher “Guarire la frammentazione del sé” e “Trasformare l’eredità del trauma”. Entrambi sono volumi adatti sia ai terapeuti sia alle persone che hanno vissuto un trauma e ai loro partner (il secondo forse è preferibile per una prima introduzione al tema)
  • Rispettare il sentimento: è vero che entrare in contatto con le parti traumatizzate del partner porta vissuti molto dolorosi, paure difficili da verbalizzare, conflitti interiori da attraversare (e sono tutte cose che possiamo affrontare in un percorso personale con un professionista). Posto che ci stiamo prendendo cura di noi, se continuiamo a sentire di voler stare nella relazione, allora diamo fiducia al nostro sentimento senza sminuirlo o torturarlo di paranoie

Chi ha vissuto un trauma non ha colpe. Comprendere cosa accade nella sua interiorità non significa giustificare automaticamente azioni che ci fanno stare male, ma è un passo fondamentale per illuminare la strada della coppia e il nostro percorso personale.

Sei survivor, partner/parente/amico o amica di un survivor o terapeuta?

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