
La bolla
La bolla è un luogo che ci cresce attorno. Ha un’aria e una consistenza tutta sua. Si crea nel quotidiano con una serie di piccoli sguardi non visti, cose non dette, gesti mal interpretati.
La bolla chiude noi e il nostro partner in due universi separati e ci fa mal sopportare la presenza dell’altro perché ci è sottratta la consapevolezza della sua mente.
Credo che, alla genesi della bolla ci sia il credere di sapere quello che l’altro vive e pensa, dimenticando che la rappresentazione che abbiamo delle persone – soprattutto quelle con cui siamo molto intimi – non è mai completa e complessa come è la realtà.
Scordiamo di essere in continuo mutamento, che quello che viviamo e proviamo ci porta continuamente a smuovere delle cose dentro, ci leviga, e che abbiamo spesso una scarsa percezione anche di chi siamo e di come funzioniamo noi.
La bolla di per sé non è un male.
Lo scopo non è lavorare per eliminarla. Le relazioni, così come le persone, hanno delle ombre e sarebbe inutile tagliare una parte umana che ha un suo posto e scopo.
Il punto è invece trovare un modo di fare un foro in questa bolla quando si crea – che poi tanto si svuota da sola, con un abbraccio o un pianto.
Il più delle volte sono le parole a riportare vicini, ma non tutte le parole, solo quelle condivise con un cuore sintonizzato.
E bisogna avere pazienza per portare i cuori sulla stessa frequenza.
A volte è proprio quando lasciamo entrare la tristezza nella relazione e le facciamo fare il suo lavoro, che le cose tornano a respirare.

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