The Wild Unknow journal di Kim Krans

I diari hanno sempre suscitato su di me un potente richiamo. Sono sempre stati soglie socchiuse su mondi inesplorati, acceleratori di trasformazioni interiori. Per questo nella mia quotidianità occupano un posto importante.

Per tanti anni scrivere è stato per me un passaggio necessario per capire cosa sentivo, cosa pensavo, quali erano le domande e le paure che mi parlavano dentro. Senza la scrittura era come se il mio pensiero restasse sospeso e un po’ confuso, in cerca di un qualcosa che lo contenesse.

A lungo andare però, la scrittura è diventata anche una torre di pensieri che mi proteggeva da un mondo di relazioni – un mondo che mi spaventava o che forse avevo solo bisogno dei miei tempi per avvicinare.

Quando ho iniziato il mio percorso di terapia personale, scrivevo alla fine di ogni seduta. Ma ben presto mi sono resa conto che così facendo, snaturavo quel movimento interno che si andava a creare, piegavo le emozioni in una forma per riporle al sicuro, in un luogo che ben conoscevo.

Con il proseguire della terapia ho smesso di scrivere ed è stato per me qualcosa di rivoluzionario.

In questi ultimi anni ho rivisto profondamente il mio rapporto con la scrittura e la creatività in generale. Sto esplorando nuovi modi di creare più istintivi. Tuttavia il desiderio di lasciare traccia di questo viaggio è rimasto.

Non so bene ancora dove mi stia conducendo la strada ma so che ho trovato uno strumento istintivo in linea con quello che sto vivendo: il journal di Kim Krans.

Chi è Kim Krans?

Kim Krans è un artista visionaria, autrice e creatrice dei famosi mazzi di tarocchi THE WILD UNKNOWN TAROT.

Kim si è laureata in belle arti alla Cooper Union di New York, ha conseguito un master all’Hunter College e un master in psicologia e creatività al Pacifica Graduate Institute in California.

Il suo cuore di ricercatrice l’ha portata a studiare pratiche approfondite di Hatha classico, Kundalini yoga e sciamanesimo in India, Africa, Europa e Regno Unito.

Instagram: @kim_krans

Il processo creativo è come un labirinto

Dentro alle pareti del labirinto non troverai una strada lineare o risposte giuste. Il labirinto mima in ogni suo aspetto il processo creativo. Non importa cosa dicono gli altri, non esiste una mappa universale. La strada non può essere conosciuta, deve essere viaggiata.

Kim Krans

Kim ci dona l’immagine del labirinto per raccontarci come vive il processo creativo. Non ci sono strade prestabilite per arrivare al centro di noi stessi. A volte ti trovi davanti a un muro di edere, a volte scopri antri che nascondono ricordi o parti di te innominate. A volte, quando arrivi nel centro, ti rendi conto che è solo uno dei tanti territori sepolti che contieni e che è il viaggio l’unica cosa che ti interessa veramente.

Quello che amo di questa artista è il suo modo di vedere e trasmettere agli altri la creatività: come un processo di conoscenza di sé, un percorso che è diverso per ognuno di noi, perché in linea con la nostra unicità.

Non esiste quindi un insieme di regole da seguire ma solo sperimentazione, curiosità, fedeltà a quello che conteniamo, senza paragonarsi al processo creativo degli altri.

Una parola a cui sono dedicate alcune parti introduttive del journal e che Kim ama molto è “pratica”:

Quando pratichiamo noi restiamo nel presente e viviamo uno spazio di umiltà, espansione e desiderio di imparare. […] Ti auguro che questo journal ti avvicini alla tua pratica, qualunque essa sia. Potrebbe essere scrivere, meditare, disegnare, ballare, dipingere!

Kim Krans

Come si utilizza “The Wild Unknow journal”?

Sono stata fortunata ad avere un insegnante con un approccio disciplinato al disegno. Mi ha instillato l’idea che se disegnavo, disegnavo e disegnavo, prima o poi le linee si sarebbero risvegliate e avrebbero preso vita. Mi ha fatto capire che i disegni potevano contenere energia psichica.

Kim Krans

Ogni pagina del journal contiene pensieri, sogni, frammenti del mondo interiore di Kim espressi tramite immagini, simboli e colori. Quello che lei ci chiede è di diventare sue collaboratrici e collaboratori, riempiendo con il nostro mondo interiore le pagine che ci ha lasciato.

Non esiste un modo scorretto di utilizzare il journal (forse l’unico modo scorretto è proprio non utilizzarlo!). Si possono riempire le pagine disegnando, scrivendo, dipingendo, utilizzando la tecnica del collage o qualsiasi altra tecnica.

Il journal è stato creato per essere esplorato con curiosità; ci dona lo spazio necessario affinché il “selvaggio sconosciuto” dentro di noi possa risvegliarsi.

Insomma, credo di aver trovato il diario che utilizzerò dopo le mie sedute. Mi aiuterà a non razionalizzare troppo i movimenti che si sono creati, lasciando spazio alle emozioni, senza obbligarle a uscire subito dalla pancia – perché hanno bisogno di sedimentare nel buio prima di fiorire nel mondo esterno.


La creatività rimarrà una gemma sfuggente finché non la chiameremo verso di noi con costanza e desiderio

— Kim Krans

Qui l’indice del journal e qualche frammento interno

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