La vasca

Pepper’s House

Pepper’s House è una casa tranquilla.

Se la guardi da fuori, non è particolarmente appariscente, anche se nei suoi sogni desidererebbe essere uno di quei villini vittoriani decadenti con l’edera alle finestre – sì, perché anche le case sognano e desiderano trasformarsi col passare del tempo.

A Pepper’s House abitano tante persone, ma nessuno ha precisamente idea di chi siano i suoi inquilini.

Quello che è certo è che, in questa casa, anche gli oggetti hanno tante verità da raccontare, soprattutto quegli oggetti ignorati dai più: sono testimoni di vita che scorre e si piega e diventa qualcosa di nuovo.

Per questo siamo qui. Per ascoltare le loro storie.

🎵 Quello che senti nel reel è un pezzo di “Observatory Mansions” di Edward Carey

La vasca

Mister Bubble era uno di quei pesciolini vinti distrattamente alle fiere, uno di quelli che vorticano magici nei sacchetti gonfi d’acqua e che ti porti a casa, inebriato dall’odore dello zucchero filato e delle lucine vorticanti, ma che poi ti fa realizzare di quanto crudele sia la tua dolcezza.

Forse era meglio lasciarlo dov’era?

O forse sei un supereroe che l’ha vinto solo per poi liberarlo?

Fatto sta che, una volta a casa, nessuno degli abitanti di Pepper’s House sapeva dove mettere Mister Bubble.

Qualcuno aveva suggerito di ripescare qualche vecchia brocca dalla cantina. C’è chi lo voleva far nuotare nella bacinella dei panni o riservargli un’avventura nel lava insalata. Alla fine però, avevano deciso di metterlo nella vasca del bagno in soffitta. Era il bagno riservato agli ospiti – ma di ospiti, a Pepper’s House, non se ne erano mai visti.

Così il pesciolino aveva iniziato ad abitare nella vasca e quella che prima era un’attesa temporanea si era tramutata in un sacco di spazio per crescere.

Ora, era cresciuto così tanto, che le sue pinne iridescenti erano grandi come vele piene di neve.

La vasca poteva sembrare un luogo un po’ spoglio dove vivere, ma durante gli anni Mister Bubble aveva iniziato pian piano a decorarla. Si era procurato una bella lampada di terracotta blu, un vasetto di edera e vecchio telefono nero, e aveva posizionato tutto rigorosamente in bilico sul bordo di ceramica del suo rifugio.

Un giorno qualcuno gli aveva messo in bagno una valigia.

Era un gentile invito ad andare, ma Mister Bubble non aveva minimamente colto la richiesta e passava ore e ore a telefonare ai suoi amici.

Diventare la casa di Mr Bubble è una delle cose più belle che mi sia capitata.

Sono diventata quello spazio che decidiamo di prenderci per rispondere ai nostri bisogni.

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