L’Altro che è in noi

C’è un altro che è in noi. È un altro che credevamo timido ma forse è solo aggrovigliato. È cresciuto in una soffitta ed è rimasto lì solo, per così tanto tempo, che è finito per perdere un po’ la sua forma umana.

È un altro che è nato in noi quando lo sguardo che ci accudiva aveva ferite che lo costringevano ad andarsene. È un altro che ha imparato a funzionare in solitudine e che ha trovato in essa una casa, uno spazio, del colore.

Questo altro in noi vive bene fino a quando non arriva l’amore a sbirciare nella soffitta, l’amore che scardina il mondo in cui aveva imparato a funzionare.

Perché l’amore un po’ fa questo di lavoro: è come quella barca, nel film The Truman Show, che sfonda la scenografia dello studio cinematografico e fa capire al protagonista che esiste un altro mondo all’esterno.

L’amore ci porta a conoscere l’altro fuori, ma anche quello che è in noi e che dobbiamo avvicinare con tanta delicatezza perché è rimasto un sognatore ma è impaurito.

La favola di Amore e Psiche analizzata da Neumann parla un po’ di questo: di questo viaggio che l’amore ci fa fare dentro, di come sia difficile capire quando le nostre emozioni sono date dal mondo esterno o appartengono a un terreno antichissimo dell’altro che vive in noi.

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